DIARIO D'ACCADEMIA 1946-1953 - LA SCUOLADI ACHILLE FUNI
Sette anni di impegno all'Accademia Carrara di Bergamo

Testi di Antonia Abbattista Finocchiaro, Elisabetta Calcaterra, Nicoletta Colombo, Federica Nurchis, Attilio Pizzigoni

• Formato cm 19,5x26,5
• 144 pagine
• 121 fotografie in bianco e nero e 34 a colori
• Rilegatura in brossura


ISBN 978-88-7201-389-2

Euro 20,00



  [...] La riconoscenza più vera di Achille Funi si tradusse nell’impegno di docente alla Carrara, sentito ed accettato come un dovere. Un atteggiamento di attenzione e di rispetto che comporterà, come ovvio risvolto, la stima e addirittura l’affetto da parte dei suoi studenti: 112 nei sette anni che lo videro impegnato come professore “di disegno e colorito” nelle nostre aule. Riconoscenza che trasuda dalle testimonianze di coloro che gli furono allievi e, di questo sentimento si è voluto lasciare tangibile segno, coerentemente – se vogliamo – col senso diaristico che il volume vuol avere. Non è stato facile riconnettere le disperse tracce di questa accolita formatasi in tempi ormai lontani, il dopoguerra, tuttavia in buona parte ci siamo riusciti, anche se alcuni di questi non ci sono più, per loro ha potuto testimoniare chi gli fu vicino. C’è poi da considerare la territorialità: anche per la docenza Funi l’area di influenza della Carrara si espandeva ben oltre i confini della provincia, particolarmente numerosi erano gli allievi bresciani. Persone che, come non pochi bergamaschi, il lavoro e la vita hanno portato in varie parti d’Italia e del mondo. Tutti però rammentano quegli anni alla Carrara come straordinari, seppur nelle difficoltà economiche, e non solo, del dopoguerra. [...] Erano docenti del calibro di: Pino Pizzigoni, Sandro Angelini, Daniele Marchetti, Gianni Remuzzi, Erminio Maffioletti, personalità importanti della ripresa della cultura cittadina dopo la caduta del regime e la guerra persa. Questi, volontariamente e in gran parte gratuitamente, si strinsero attorno a Funi per far ripartire la Carrara.
Insomma, la Scuola di Pittura della Carrara era tornata ad essere (e forse e proprio per la presenza di Achille Funi) il luogo privilegiato delle arti a Bergamo. Centralità che si estendeva poi ad altri contesti culturali, sia per interventi pubblici che a commesse legate alla ricostruzione e sviluppo della città. Nella prassi della didattica di Funi “l’utilizzo” dei migliori allievi in interventi extra aula, nella logica dell’opera pubblica su commissione, sarà l’aspetto più ricordato del suo lavoro alla Carrara e del suo rapporto con Bergamo. In questo senso l’interesse per certe tecniche e in particolare per l’affresco, con tutto quanto ne consegue, sarà uno dei lasciti più importanti.