Entrare nel laboratorio di Alessandro Verdi è come entrare in un mondo incantato, fermo nel passato e contemporaneamente dinamico, in movimento. Ogni volta che vi accedo intravedo nuove sculture, nuove forme che si mettono in luce diversamente dalle volte precedenti, allo stesso modo con cui cambia la luce in base all’ora del giorno. Si scendono due alti gradini e si entra in un ambiente colmo di storie e di testimonianze, oltre che di fede. È un osare che giunge nell’intimo del suo essere scultore, dove più volte nel corso degli anni ha saputo perdersi per poi ritrovarsi. Affascinata da quel mondo, ho riconosciuto in Sandro .... una profonda intuizione dell’essenziale, modellata nelle sue innumerevoli sculture, capaci di dare dignità a un’arte antica e misteriosa, che si carica di pathos e si conserva nel silenzio parlante delle forme. ... (dall'introduzione di Norina Sottocornola)
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